Lunedì 12 aprile 2021
Ore 10.00
Online su Google Meet
Nel corso del webinar – trasmesso su Google Meet su questo link diretto – saranno condivise di alcune riflessioni sollecitate dalla sentenza emanata il 22 ottobre 2020 dal Tribunale Costituzionale polacco, che ha dichiarato incostituzionale l’art. 4 della legge del 7 gennaio 1993 sulla pianificazione familiare, la protezione del “feto umano” e le condizioni per l’interruzione volontaria della gravidanza, nella parte in cui consente l’aborto qualora test prenatali o altre valutazioni mediche indichino un’alta probabilità di un danno grave e irreversibile del feto o di una malattia incurabile che ne minacci la vita.
Nella sentenza si legge che il legislatore deve tutelare la vita umana in ogni fase del suo sviluppo: il “bambino non ancora nato” è un “uomo”, titolare di una dignità intrinseca e inalienabile. Questa sentenza sembra, dunque, aver recepito la lezione che viene dal diritto romano in quanto – secondo una linea di continuità che abbraccia un lungo arco di secoli e giunge sino ad oggi – considera il concepito homo (persona) ed evidenzia l’importanza di adoperare una terminologia concreta che ci avvicina maggiormente alle res humanae e che consente di recuperare il rapporto giuridico-naturale tra madre e concepito.
L’incontro sarà presieduto dalla prof.ssa Maria Pia Baccari, ordinario di Diritto romano, Università LUMSA.
Il dibattito sulle implicazioni della sentenza polacca è affidato ai professori Franciszek Longchamps de Bérier, Direttore del Dipartimento di Diritto Romano della Facoltà di Giurisprudenza e Amministrazione dell’Università Jagellonica di Cracovia, Laurent Hecketsweiler, Maître de conférences d’Histoire du Droit alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Montpellier; Piotr Niczyporuk, Direttore del Dipartimento di Scienze storiche e giuridiche, Filosofia del diritto e Studi giuridici comparati della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bialymstok e Maria Teresa Capozza, cattedra di Diritto romano, Università LUMSA.
Foto: il giurista romano Salvio Giuliano, Palazzo di Giustizia, Roma
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